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Basket Under 13, come sviluppare l'identità

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09/04/2024

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Basket Under 13, come sviluppare l'identità

Ci sono tanti tipi di identità, cosa vuol dire? Non c’è solo la “carta”, ma anche il nostro modo di fare a seconda della attività che svolgiamo, quella che ci fa “apparire” per essere valutati. Come si raggiunge nel basket? Attenti alle menzogne.

Ecco un esempio? C’è l’identità nel gioco che non si può raggiungere insegnando i fondamentali e “raccontando” che poi i giocatori impareranno a giocare 5c5, anzi che il gioco viene di conseguenza alla scala didattica praticata. Parole dette da un ex-tecnico della Fip. Menzogne.

Per riuscirci ad averne una, bisogna seguire “le vie della Natura”, la strada del gioco 5c5, fatto di contatti, fisici e con la palla, dopo movimento per riceverla. Tante sono le strade del movimento, ma quella di riceverla dal canestro, è la via super, “speciale” perché è quella che percorriamo dopo il proprio tiro. Produce identità e sicurezza.

Il Basket è come la vita, anzi è la lotta per la vita. Per viverla occorre una identità, un modo di interpretarla diversamente, perché sorprenda e rafforzi l’autostima. Si può fare giocando 5c5 e abbiamo tutto per farlo, ognuno col proprio talento, secondo natura.

E allora? Cambiamo programma nel basket. Come? Dovremmo sostituire “fondamentali”, con i quali ci riempiamo la bocca, con la parola “identità”, che nasce dal gioco 5c5, dal caos non dall’ordine… che viene sempre dopo. Avete mai provato a dire: “Qual è la meta?”, quando alleniamo. L’identità che viene dall’autonomia.

Cosa può fare un allenatore? Sviluppare una attività che tendi a produrre l’identità dei suoi giocatori, individualmente e di squadra. L’allenatore può pensare solo alla squadra, alla socializzazione, all’identità in senso lato, a come farla nascere. Da tiro-rimbalzo, per esempio, fatto per prima cosa in affollamento coi gli Under.13. Ecco come può nascere l’inizio di una identità, convincendo gli Under.13 a crederci.

Proviamo a definirla, senza andare a vedere il vocabolario oppure sul web, secondo la propria esperienza. Siccome è una qualità che ti attribuiscono gli altri, la gente che ti guarda, gli amici che ti conoscono o meno, notano che c’è qualcosa legata alla nostra personalità, per come interpretiamo il gioco 5c5, apprezzandolo per efficacia e pericolosità.

Non può essere qualcosa che fan tutti. Bastano pochi, i nostri giocatori convinti di essere pericolosi. Tutto ciò che è prevedibile è anche conosciuto da tutti, mentre l’identità più efficace è racchiusa nella sua unicità e pericolosità.

In una squadra di basket l’identità è la diversità che tutti esprimono giocando e si nota subito. Più è conosciuta e meno è efficace. L’identità è anche la pericolosità che si esprime nel gioco che ha successo quando è imprevedibile.

Abbiamo tutti la tessera di riconoscimento, perché la Natura ci ha voluto uno diverso dall’altro. Per migliorare l’evoluzione della specie. Allo stesso modo i giocatori di basket dovrebbero crescere per sviluppare una identità diversa per migliorare il basket che è uno sport di abitudini giuste espresse in modo imprevedibile, con la palla, senza e a rimbalzo.

L’identità individuale nel giocare uno sport di squadra si realizza con una propria interpretazione da sviluppare seguendo il principio, la regola: “quando, come e perché”. Diversa è quella di squadra che dipende dal pensiero e dalla cultura dell’allenatore. Quella individuale si sviluppa durante il gioco 5c5 oppure quando lo stesso si blocca, per dar spazio al gioco individuale.

Va da sé che l’Identità “individuale” è il risultato della propria Creatività che non può essere trasmessa dall’allenatore ma solo presa direttamente dagli altri, autonomamente dagli altri. Conseguenziale è il pensiero che esprime “come”. Soltanto attraverso l’allenamento “da soli” (io-il pallone-il canestro), si determina l’identità individuale.

Da soli, ma imitando per propria iniziativa, con le proprie capacità psicologiche, fisiche e tecniche, la star di riferimento oppure il fondamentale che si vuole “maneggiare”. Va da sé che viene interpretato il movimento di riferimento e la presa di consapevolezza del fondamentale. Se il termine “Creare” è eccessivo, risulta reale, vero, perché è realizzato dalla propria iniziativa.

Ettore Zuccheri

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