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Basket Under 13 , la scienza non risolve problemi vitali

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13/11/2024

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Basket Under 13 , la scienza non risolve problemi vitali

Se la conoscenza è il valore più importante della vita è bene divulgare anche questo pensiero. Gli allenatori che hanno cominciato coi corsi per la tessera dal 1970 non rinunceranno mai alla scienza per il miglioramento tecnico.

Sono partiti col metodo analitico che ha usato la facilitazione dell'apprendimento, un'attività che equivale alla funzione dell'intelligenza artificiale.

Con l'intelligenza artificiale, gli allenatori hanno sempre avuto come meta la ricerca del campione, utilizzando le specializzazioni tecniche precoci. La scienza ha avuto un grande ruolo in questo contesto.

Tutto il resto del rapporto col giocatore ha sempre avuto una importanza secondaria. Hanno sempre messo l'aspetto scientifico al primo posto, ma i problemi vitali non li risolve la scienza che procede dall'intelletto e che produce conoscenze. Quali sono i problemi vitali? Sono quelli della vita, quelli psicologici, esistenziali.

Velasco, il migliore allenatore della Pallavolo di sempre, parla continuamente della psicologia del rapporto, mentre agli allenatori italiani, non tutti naturalmente, è sempre interessato principalmente la "tecnica" supportato dalla scienza.

La specializzazione tecnica precoce che porta ad un livello di capacità elevate velocemente e permette alla squadra di vincere. Questo porta ad una felicità ingannevole per tutti, ma importante per i ragazzi, genitori, presidenti e dirigenti delle società sportive per la soddisfazione dei risultati ottenuti rapidamente.

Quando poi si passa dal periodo giovanile a quello seniores, l'atleta senza autonomia ha delle grosse difficoltà nel superare ogni tipo di problema. Soprattutto quelli tecnici e questo è paradossale. Sicuramente le cose cambieranno, ma ai miei tempi si contavano sulle dita di una sola mano gli allenatori che consideravano i "problemi vitali" prioritari.

Nello Paratore, allenatore della Nazionale è stato il primo che ho conosciuto, poi Alberto Bucci e Dan Peterson col quale ho lavorato come assistente per 6 anni.

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