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Calcio | Dilettanti | 1a Categoria

Faro Gaggio vs Airone 11-0

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28/09/2014

Faro Gaggio vs Airone 11-0

Nicholas Costantini

Gaggio Montano: il risultato si commenta da solo: la squadra ospite si presenta con una difesa a tre e il baricentro alto, gli attaccanti del Faro sono notoriamente molto veloci vanno a nozze in questo tipo di situazione. Apre Costantini andando via in velocità da una posizione di sospetto fuorigioco la mette nel sacco saltando il portiere con un delizioso pallonetto. Il raddoppio arrivo quattro minuti dopo a seguito di una bella giocata di Lucchi sulla fascia: palla in mezzo all’area e di nuovo Costantini insacca. La partita finisce al 20’ quando il fin troppo zelante direttore di gara espelle Verucchi reo di aver messo giù Costantini lanciato di nuovo a rete. Ad onor del vero gli ospiti tentano di farsi vedere in avanti soprattutto con Limongelli che in un paio di occasioni procura dei grattacapi alla difesa casalinga. Ma con un uomo in meno ed una difesa non proprio impeccabile la goleada del Faro diventa inevitabile

Reti: Costantini al 5’ – 9’ pt, 13’ st., Montagno 24’ pt 20’ 25’ st.,  Lenzi Mattia 34’ 44’ pt., Corvino 45’ pt., Nardi 3’ st, Biffoni 39’ st.

Faro: Lutti (5 st. Crocco), Fathi, Nardi, Biffoni, Corvino, Lenzi Daniele, Lenzi Mattia, Gaggioli,, Costantini (15’  st   Lenzi Andrea), Montagno, Lucchi (45’ pt Cavallina). A disp.: Vitali, Zhair , Odaldi, Biagioli. All. Cati.

Airone: Nerozzi, Ropa (1’ st Rondoni), Verucchi, Vitaliano, Carati, Fiorini, Borri (1’ st Naldi), Magnoni, Paone M., (1’ st Mezzetti), Leandri, Limongelli. A disp. : Oleandri, Paone R., Mattarozzi. All. Sbarra.

Ammoniti: Fiorini, Limongelli,
Espulso: Verucchi per fallo sull’ultimo uomo.

Arbitro: Fecheta della Sezione di Faenza.

Giornata di sole con circa 140 spettatori.


(Giuseppe Pucci

Faro-Airone una partita a sè...

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30/09/2014

Faro-Airone una partita a sè...

 

Fa un pò specie assistere in certe categorie a risultati così eclatanti come quello di domenica scorsa. Anche se non mi risulta essere un record, e nel caso fosse considerato” record” non sarebbe il riconoscimento giusto.
Ho visto fratelli, entrambi miei amici non paralrsi più, se non per interposta persona, dopo una debacle della formazione più debole, dove uno era dirigente.
Insomma il risultato lascia sempre un amaro in bocca, al di là del finto perbenismo che spesso avvolge la nostra quotidianità ed ahimè il nostro amato calcio dei Dilettanti.
Sinceramente, ma da pesona che ha perso 12 a zero una gara ufficiale, credo che chi ha la possibilità di vincere, anzi stravincere, lo debba fare, perchè sarebbe, a mio avviso, un comportamento anti-sportivo e non leale cazzeggiare nei confronti di un avversario che quel giorno non ha nulla a cui giri bene.
Un pò come fermarsi per un infortunio di un avversario, salvo poi vedere che un minuto dopo questo sgambetta beatamente ci fa magari anche goal.
Ho troppo rispetto di Ferri e Sbarra, per considerarli feriti da questo comportamento. Sono persone di sport che dai loro ideali hanno dato vita ad un progetto per certi versi unico, e mi piace sapere che c'è gente come Sbarra che se la gioca con tutti anche a differenza di rischiare una retrocessione. Questo è il calcio. Che troppo paraculisti evitano per campare il più possibile deambulando. Cioè mettendo nel proprio palmares campionati di “nulla”.
Però capisco bene e non mi sento di demonizzare chi ha perpetrato il presunto “smacco”. Per intenderci: il Faro di Gaggio Montano era una squadra che nella passata stagione poteva, a mio avviso, e per quanto può valere il mio parere, tranquillamente risiedere nelle zone nobili della Promozione e perchè no farsi trovare in scia al momento opportuno per cercare anche gloria al vertice. Ed invece. La squadra di Marco Zanini, persona corretta ed onesta, capace anche di riconoscere i propri errori, si è trovata invischiata un bailamme a cui non era preparata, in cui non è giunta pronta, arrivando dalle stelle alle stalle nel breve arco di qualche partita. Una retrocessione per una squadra che doveva essere di vertice. Niente storie di rimborsi non pagati, nè racconti di nessuno che remava contro. Solo una serie di episodi che hanno girato sportivamente al contrario tanto da essere metabolizzati, a malincuore dai ragazzi. Ragazzi di “montagna”, ragazzi che spesso si sentono dare dei “montanari” come succedeva a Baragazza, come succede a Lagaro, a Porretta, a San Benedetto Val di Sambro. Un pò come dare dell'albanese ad uno straniero o del marocchino ad un foggiano. Insomma luoghi comuni. E da quei luoghi comuni, nati da episodi contrari il patto: quello di rimanere tutti. Di rinunciare ad offerte vantaggiose quelli quotati e di rischiare di finire in seconda per quelli solo cuore e polmone. Credo sia onorevole questo e che non sia una caratteristica che accade ovunque.
Ebbene questo atteggiamento, quasi guasconesco, spavaldo sicuramente ha inciso o meglio è stato percepito in un match che è valso più per soddisfazione di alcuni che per dileggio di altri. Gli “aironesi” se così se vogliamo chiamarli, o i “padani” o “contadini” se si vuole infierire con ignoranza, non debbono sentirsi feriti. Non era una guerra contro di loro, anche se hanno visto il sangue negli occhi di qualcuno degli altri. Loro erano là, purtroppo nella domenica meno importante, a fare da contraltare ad una situazione che sarebbe capitata a chiunque. Ovvio che perdere di così tanto non fa piacere, non può piacere, fa rabbia, e ferisce, ma se gli avversari si fossero fermati a fare “i fenomeni”, a giocarsi un secondo tempo da “torello” o “tedesca” e veder finire la gara sul quattro a zero, sarebbe cambiato qualcosa? In palio I pinti erano e sono sempre “tre”.
Io se fossi ancora in campo, in qualsiasi forma e vedessi gli avversari sbefeggiarmi avrei un solo obiettivo: non più il pallone, ma la tibia. Ragionamento ignorante. Ma ragionamento sincero. Preferisco che uno mi faccia capire quanto è più forte di me, piuttosto che sentirmi io, per scelta altrui, debole.
In fondo è solo una partita di calcio.
Sbarra deve proprorre ancora il suo calcio-spettacolo, perchè se lo può permettere e se i suoi ragazzi capiranno il significato, lo apprezzeranno proprio per questo. Ogni allenamento, ogni partita, a Zola, a Riale o Calderara è “calcio” nel vero senso della parola. Il Faro, si è “acceso” dopo essersi “spento” nella scorsa stagione. L'Airone volerà dove altri non arriveranno. Mete ed obiettivi cambiano anche senza il nostro volere. Con la speranza, quella sportiva, quella equa, che spero possa essere condivisa. Che al ritorno l'Airone ne rifili quattro al Faro e gli faccia capire che al Calcio si gioca in quel modo.
Non può essere, e spero non lo possa essere, un titolo di un “articolo” a dare una visione diversa del calcio giocato. Quelle e queste sono chiacchiere.
Come sempre il vero galantuomo è il campo. Oltre al tempo vovviamente...
Forza Airone e Forza Faro (in rigoroso ordine alfabetico...)

Stefano Zanerini
Qui Bologna Tv

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