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Pallamano

La Società di pallamano H.C. Imola compie 50 anni di attività!

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23/04/2024

Prese le misure con il massimo campionato, Imola alzò il tiro... 

"L'anno successivo (1984/'85) cambiò un po' tutto, perché l'H.C. Imola iniziò a migliorare sotto tutti i punti di vista: la dirigenza andò a firmare Franko Mileta e Boris Milevoj, rispettivamente giocatore e allenatore dell'ex Jugoslavia, oltre al forte Luca Saulle in arrivo da Barberino del Mugello. Saulle faceva davvero la differenza, insieme al gruppo di Imola, mentre Mileta era un giocatore importante, con un'ottima visione di gioco ed un buon tiro dalla distanza. Avevano creato una squadra molto forte che giocava una buona pallamano e che riuscì a disputare un'ottima prima parte di stagione, arrivando al 3° posto alle spalle di Gaeta e Scafati. Ai quarti di finale playoff ci fu l'incrocio contro Bologna, la 2^ del girone Nord: un po' a sorpresa Imola si trovò a vincere a Bologna 19-17 e in casa 28-23. Ma non fu l'unica sorpresa: Gaeta, la prima del girone Sud, perse il doppio confronto addirittura contro Brixen la 4^ del girone Nord e, quindi, per Imola ci fu (per l'unica volta nella propria storia) la possibilità di giocare la semifinale scudetto con la "bella" in casa. Fu un peccato, perché, probabilmente in quel momento la squadra non era ancora pronta a giocare partite così importanti e alla finale si qualificò Bressanone. Nella gara d'andata si impose l'H.C. Imola 29-24, mentre al ritorno vinse Brixen 27-24. La "bella" si disputò al PalaRuggi che era veramente strapieno, con un grande entusiasmo perché, tra l'altro, in due anni la squadra passò dalla serie B alla semifinale scudetto. Peccato che finì male quella partita con la vittoria 24-21 degli avversari. Poi si giocò la finale per il 3°/4° posto che valeva la qualificazione alle Coppe Europee, ma ci fu una doppia sconfitta contro Scafati (25-30 e 22-29)". 

Nel 1985/'86, un altro 4° posto, con una squadra molto "imolese" che giocò una pallamano di alto livello. Iniziò la rincorsa al podio.

"In quella stagione il campionato diventò a girone unico senza playoff, quindi con 16 squadre che giocarono 30 partite a testa: fu forse uno degli anni più belli, con tante partite "tirate" e con la squadra composta da molti imolesi. Non c'era più Saulle e, quindi, vennero fuori Maurizio Tabanelli e Mauro Boschi che erano già nel giro della Nazionale, ma che in questa stagione diventarono veramente delle colonne della squadra, oltre ad Antonino Loreti in porta. In generale era una bella squadra, fra cui anche diversi giocatori un po' "attempati" che avevano portato la pallamano a Imola, come Zardi, Baroncini e Valenti. Questo gruppo riuscì ad arrivare al 4° posto. Al termine della stagione regolare, senza playoff, Imola non entrò in Europa, ma fu comunque un ottimo risultato, alle spalle di Trieste, Scafati e Gaeta: fu un anno che molti ancora ricordano, perché Imola aveva davvero una squadra forte, giovane e che giocava una bella pallamano".

Il picco della storia imolese fu raggiunto nel 1986/'87 con il terzo posto finale e l'accesso storico alle Coppe Europee:

"Tornò Saulle e fu, probabilmente, l'anno in cui l'H.C. Imola credette veramente di poter vincere lo scudetto. In regular season la squadra chiuse al 3° posto dietro alle corazzate Trieste e Siracusa, mentre nei quarti di finale playoff giocò bene contro Scafati vincendo 28-27 in Campania e 26-19 in casa. Imola si qualificò così per la semifinale contro Siracusa. In Sicilia si giocò la "famosa" partita contro l'Ortigia: io ero presente, perché feci la radiocronaca in diretta e ricordo un'ottima H.C. Imola che ebbe l'occasione migliore della propria storia di vincere a Siracusa, ma non la colse, anche perché in quegli anni vincere a Siracusa era praticamente impossibile per vari motivi. A Imola l'H.C. si impose 24-20, dimostrando a tutti di essere probabilmente più forte dei siciliani, anche perché va considerato che Siracusa aveva giocatori molto importanti come Chionchio e Zdravko Zovko, campione olimpico, considerato tra i "guru" della pallamano mondiale, probabilmente il giocatore più forte mai arrivato in Italia. La "bella" si giocava (di martedì) a Siracusa con l'Ortigia che vinse 27-25 contro un'Imola che restò sempre in partita, ma che non riuscì a far meglio, su un campo particolarmente "difficile". La finale per il 3°/4º posto col Bressanone vide la vittoria dei gialloneri in casa 22-21, quella degli avversari 23-19 nel ritorno e il successo dell'H.C. Imola 24-22 nella "bella" casalinga. Fu terzo posto che resta il miglior risultato della storia dell'H.C. Imola che valse anche l'accesso alla Coppa Ihf  l'anno successivo".

Nel 1987/'88 la Coppa, ma non solo...

"Il 3 ottobre 1987, per la prima volta, l'H.C. Imola disputò una partita nelle Coppe Europee: ci fu la sfida ai francesi del Nimes, squadra francese molto forte, anche se il movimento della pallamano in Francia, in quel momento storico, non era molto superiore a quello italiano. Imola pareggiò 21-21 in casa, per poi perdere 20-24 al ritorno giocando molto bene: ricordo sui giornali i titoli che parlavano di "sorpresa Filomarket"

In campionato, però, la squadra ebbe un leggero calo anche come obiettivi: finì al 5° posto al termine di un campionato certamente non brillantissimo. A dire il vero, c'è da dire che il livello generale del campionato si era alzato rispetto alle stagioni precedenti. Nei playoff Imola disputò i quarti di finale contro Trieste, perdendo in trasferta 18-25, vincendo in casa 21-14 e cedendo, dopo ben due tempi supplementari, 24-22 nella "bella a Trieste. Fu una partita "eroica" in cui successe un po' di tutto, ma alla fine la spuntò, secondo pronostico, Trieste che andò in semifinale, lasciando al 5° posto finale l'H.C. Imola".

La stagione 1988/'89 può essere considerata come l'ultima ad alto livello?   

"L'H.C. Imola finì al 4° posto, alle spalle di Siracusa, Bressanone e Trieste. Nei playoff si ricordano tre partite a dir poco mitiche contro Teramo: 22-22 in casa, 21-21 a Teramo, con una gara strepitosa in un palazzetto con oltre duemila persone in cui non si respirava dal clima caldo ed assurdo. Il doppio pareggio portò la serie alla "bella" di Imola che fu decisa da un rigore di Maurizio Tabanelli a soli 8 secondi dalla sirena (22-21). In semifinale gli imolesi pescarono ancora Siracusa e persero 18-23 in Sicilia, prima di impattare 18-18 in casa. In finale, dunque, andò nuovamente l'Ortigia, con l'H.C. Imola che si risparmiò un altro viaggio di martedì a Siracusa. Questo è un po' il quadro dell'ultimo anno di alto livello della Società". 

L'anno dopo cominciò la smobilitazione che anticipò l'inevitabile fine di un ciclo:

"Nel 1989/'90 ci fu il primo passo verso la retrocessione che arrivò nel 1990/'91: Tabanelli e Loreti furono acquistati da Rubiera e diversi giocatori abbandonarono la squadra e il 9° posto finale fu l'inizio del declino. L'anno dopo, infatti, arrivò il salto in serie A2 dopo aver chiuso al penultimo posto la stagione regolare. Da lì l'H.C. Imola continuò, non con grandi stagioni, la propria attività mantenendo a fatica la seconda categoria nazionale, fino al momento della fusione con Mordano per dar vita al progetto Romagna Handball".

LE ORIGINI

Non ci può essere una storia di una Società, senza l'idea, l'impegno e la passione di un fondatore: per l'H.C. Imola tutto questo lo rappresentò Andrea Bandini, il prof di ragioneria che a metà degli anni '70 convinse un bel gruppo di ragazzi ad avvicinarsi ad uno sport per lo più sconosciuto nel nostro territorio. Era l'autunno del 1973 e quello fu il primo "zoccolo duro" che costituì l'H.C. Imola nel successivo campionato Juniores che iniziò con una pesante sconfitta 3-22 a Rimini. 

In quel gruppo c'era Renzo Zardi, classe 1957, bandiera della Società negli anni d'oro, con tanto di presenze in Nazionale; quindi nel 1974 l'arrivo di Domenico Tassinari diede la svolta tecnica alla squadra che cominciò a vincere e a giocare a buon livello. 

Nel1975/76 il debutto in un campionato senior, ovvero la serie C che l'H.C. Imola vinse immediatamente raggiungendo la serie B. Dopo diverse stagioni in cui i giovani ebbero modo di crescere, si arrivò all'annata pazzesca che vide ben 21 risultati utili consecutivi in serie B, con tanto di vittoria dello spareggio di Mantova contro Bolzano, con Lino Saulle come tecnico e Zardi che segnò circa 200 reti in campionato, seguito da Valenti e Baroncini. 

Nella stagione 1983/84 l'H.C. Imola giocò la sua prima stagione nella massima serie nazionale, utilizzando solo giocatori italiani, senza alcun straniero. Da lì, l'ascesa con 6 stagioni consecutive in serie A, le Coppe Europee, le semifinali scudetto e il terzo posto finale conquistato nel 1986/'87, anche grazie a due fuoriclasse come il tecnico Boris Milevoj e il centrale Franko Mileta, entrambi dell'ex Jugoslavia e, soprattutto, all'apporto notevole del Cav. Ezio Tabanelli e della Filomarket che divenne il simbolo di quelle annate che resteranno nella storia della città di Imola.

I PROGETTI

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